Ennesima aggressione violenta nei confronti di una pattugli a di finanzieri a fondi. SIAF. inasprimento delle pene per chi si macchia di violenze ed equipaggiamenti adeguati per gli operatori.
Alla luce dei tempi difficili che stiamo vivendo, è essenziale fare quadrato a tutela delle Forze di polizia e delle Istituzioni. che garantiscono l’esistenza stessa del nostro Stato così come lo conosciamo.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito all’ennesima follia in provincia di Latina da parte di un pregiudicato che con calci, pugni e morsi si è scagliato con violenza inaudita contro i Finanzieri dopo un inseguimento.
Nonostante gli ordini di fermarsi, un diciannovenne di Fondi (LT), già arrestato a dicembre scorso per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, ha proseguito la corsa ad alta velocità, invertendo la marcia fino a schiantarsi contro il muro di un’abitazione. Nell’impatto, il giovane è stato sbalzato fuori dall’auto, mentre il passeggero è riuscito a fuggire e nel tentativo di sottrarsi alla cattura ha aggredito, senza alcuna remora, i finanzieri con calci, pugni e morsi, tuttavia nonostante la violenza perpetrata è stato immobilizzato ed arrestato.
Ancora una volta, pertanto, torna alla ribalta l’esigenza di rivedere le dotazioni e gli equipaggiamenti del personale delle Forze di Polizia, nonché di un inasprimento delle pene per coloro che si macchiano di violenza nei confronti degli operatori di Polizia.
Non è pensabile, peraltro, che un operatore di Polizia debba sostenere, oltre i “costi emotivi” di tali condotte, anche quelli economici per aver svolto il proprio servizio a tutela dello Stato.
Attualmente, infatti, se coinvolto in procedimenti penali inerenti il servizio deve anticipare tutti gli oneri di tasca propria e convivere, se gli va bene, per qualche anno, con l’incertezza di dimostrare la propria innocenza, attendendo, se fortunato, una sentenza di assoluzione. Solo allora potrà inoltrare la richiesta di rimborso delle spese legali al Ministero competente, producendo una parcella analitica secondo i parametri forensi soggetta a congruità dell’Avvocatura dello Stato, pena il rimborso parziale.
Tempi e costi, economici ed emotivi, che inevitabilmente gravano sull’integrità economica e psico-fisica dell’operatore e della sua famiglia.
A questa “burocratica e paradossale pre-condanna” si aggiungono spesso le correlate misure sospensive che le Amministrazioni adottano in tali circostanze, privando l’operatore e la sua famiglia della fonte di reddito su cui possono contare per il proprio sostentamento.
Senza contare le gogne mediatiche che, sovente, distruggono ulteriormente la reputazione e la dignità di un servitore dello Stato.
Chiediamo ancora una volta se è normale tutto questo?
Secondo la normativa vigente, infatti, un delinquente, anche nullatenente, può essere difeso a spese dello Stato, ossia dei contribuenti. Al contrario, l’operatore delle Forze dell’ordine, con il proprio servizio e mettendo a rischio la propria incolumità, difende quello stesso Stato a ogni costo, anche mettendo a repentaglio il posto di lavoro ed i propri beni.
E, come se non bastasse, in questo scenario kafkiano si registrano proposte di legge che vorrebbero persino aggravare, ulteriormente, la posizione degli operatori delle Forze dell’ordine che si imbattano in “criminali violenti travestiti da agnellini”.
È assolutamente necessario garantire la giusta tutela alle Forze dell’ordine, viste le condizioni storiche e sociali attuali.
Come si può procedere al potenziamento esponenziale delle Forze armate, in un’ottica di difesa Europea, se non si è ancora in grado di garantire un apparato di sicurezza interna dotato di equipaggiamenti e assistito da norme certe, che permettano loro di garantire una reale sicurezza ai cittadini?
È tempo di agire con realismo e consapevolezza, senza giri di parole, altrimenti il rischio di avere Forze di Polizia fortemente demotivate e depotenziate sarà molto presto concreto, con tutto quello che ne conseguirà in termini di efficienza. …………Clicca qui per la versione PDF