La problematica dei ticket restaurant torna a far parlare di sé e questa volta lo fa in modo ancor più eclatante.
Continuano a pervenire lamentele da parte del personale che ancora é in ferma prefissata e ai quali va garantito vitto e alloggio a carico dell’Amministrazione, a prescindere se il turno svolto ricada nelle fasce orarie per le quali scatta comunque l’obbligo di garantire il pasto, ma che si vede chiamato a dover anticipare ogni mese cifre rilevanti (circa 400/500 euro) per consumare i pasti in quei reparti che non essendoci la mensa, né tantomeno convenzioni con strutture di altre forze di polizia o aziendali, spetta il ticket restaurant.
E’ certo infatti che spesso si trovano ad aspettare anche 2/3 mesi prima di avere i ticket spettanti.
Inoltre, a questa problematica, non da poco conto, che forse non sembra più nemmeno tale vista la prassi che ormai si é instaurata da tempo (non si comprende per quale motivo insormontabile non si riesca a corrispondere quanto spettante il mese successivo per quello precedente), si aggiunge quella della difficoltà nel poter spendere i ticket ricevuti, atteso che quelli di alcuni gestori non vengono accettati nella maggior parte degli esercenti ubicati in un raggio ragionevolmente accettabile.
Appare ancora più paradossale la situazione di diversi reparti che non hanno nelle vicinanze esercenti convenzionati e, quindi, il personale é impossibilitato a consumare il pasto utilizzando il ticket restaurant, con la naturale conseguenza che i colleghi devono arrangiarsi in altri modi di fortuna per consumare il pasto, che a quel punto diventa davvero molto fugace e frugale e ritrovarsi a fine mese con un numero di buoni rilevante ancora da spendere (sembra che alcuni facciano addirittura il baratto con i genitori a quali a fine mese portano la spesa fatta con i buoni e i loro genitori gli ristorano un importo in denaro.
Evitiamo, quindi, ogni commento ulteriore, ma ci chiediamo se sia così tanto difficile trovare una soluzione alla tematica.
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